Il vibe coding sta rivoluzionando la progettazione e lo sviluppo di prodotti digitali. Rappresenta un nuovo approccio in cui il codice non viene più scritto manualmente, ma generato a partire da descrizioni testuali elaborate da modelli di intelligenza artificiale. Questa trasformazione modifica in profondità il ruolo dei team digitali, accelera i tempi di produzione e avvicina design, sviluppo e strategia in un unico flusso integrato.
Nel seguente articolo vengono esplorati significato, funzionamento e implicazioni del vibe coding, analizzando come possa diventare un alleato strategico per brand, aziende e agenzie che desiderano innovare la propria pipeline di prodotto.
Indice Contenuti
Che cos’è il vibe coding
Il vibe coding è un approccio emergente in cui le funzionalità software vengono definite attraverso una descrizione testuale e trasformate automaticamente in codice da un modello di intelligenza artificiale, come un LLM (Large Language Model). In questo scenario, lo sviluppatore non si concentra più sulla scrittura manuale del codice, ma sulla definizione dell’obiettivo, sulla chiarezza della descrizione e sulla gestione del risultato generato dall’IA.
Questa nuova modalità di sviluppo si collega a concetti sempre più rilevanti nel panorama digitale, come AI assisted coding, ovvero la scrittura del codice supportata dall’intelligenza artificiale; programmazione a prompt, in cui il flusso di lavoro parte da una descrizione testuale chiara; e coding basato su testo descrittivo, che permette di tradurre indicazioni estese direttamente in componenti funzionanti. Tutti questi termini convergono in una stessa direzione: rendere lo sviluppo più rapido, più accessibile e decisamente più orientato alla sperimentazione.
Perché il vibe coding è così rilevante oggi
L’interesse verso il vibe coding deriva da dinamiche che stanno ridefinendo il digital product development.
Uno degli elementi più significativi riguarda la velocità di esecuzione: trasformare un’idea in un prototipo funzionante in poche ore consente a startup, team agili e product manager di testare rapidamente ipotesi complesse. A questo vantaggio si aggiunge la democratizzazione dello sviluppo: anche figure con competenze tecniche ridotte possono contribuire alla creazione di software, formulando una semplice descrizione testuale che l’IA traduce in codice funzionante.
Questa dinamica sposta il focus dalla sintassi alla visione: diventa prioritario capire che cosa costruire e perché. Inoltre la rapidità con cui si possono produrre prototipi apre nuove opportunità di allineamento con la UX, la UI e i flussi interattivi, rendendo più semplice iterare e correggere l’esperienza prima ancora di avviare uno sviluppo completo.
Dal prompt al prototipo: come funziona il processo
Un flusso basato sul vibe coding parte sempre dalla definizione dell’obiettivo, che può essere una landing page, una funzionalità specifica o un prototipo da testare con utenti reali.
Una volta chiarita l’intenzione progettuale, il team formula una descrizione testuale che l’intelligenza artificiale utilizza per generare codice, componenti o template già strutturati. Il prototipo risultante viene quindi analizzato, testato e affinato attraverso cicli continui di feedback.
Questa fase permette di concentrarsi su usabilità, chiarezza dei flussi e qualità generale dell’esperienza. Il passaggio successivo consiste nell’ottimizzazione del prototipo: integrazione con backend, verifica delle performance, controllo della sicurezza e valutazione della scalabilità. In pochi cicli una proposta può evolvere in soluzione concreta o in un proof-of-concept funzionale.
Il legame tra vibe coding e vibe design
Il vibe coding è strettamente collegato al vibe design, un approccio che utilizza l’AI per generare interfacce e componenti visivi a partire dal mood desiderato. Il designer descrive l’atmosfera visiva dell’applicazione — ad esempio animazioni leggere, palette pastello, transizioni morbide — e l’IA genera layout, componenti e interazioni coerenti con questa intenzione estetica.
Successivamente, il team utilizza il vibe coding per trasformare questi elementi visivi in codice funzionante. L’unione tra vibe design e vibe coding riduce la distanza operativa tra design e sviluppo, aumenta la sperimentazione e rende la collaborazione tra designer e sviluppatori più fluida e immediata.
L’evoluzione del vibe coding è strettamente collegata alla crescita di nuovi strumenti intelligenti che supportano designer e sviluppatori nelle fasi di ideazione e prototipazione. Tra questi rientrano gli AI design tools, ovvero piattaforme in grado di generare componenti visivi, layout o interfacce partendo da una descrizione testuale. Esempi concreti sono tool come Galileo AI o Uizard, che consentono di ottenere concept grafici realistici in pochi minuti.
Questa trasformazione riguarda anche l’interactive prototyping AI, cioè sistemi che producono prototipi già interattivi e navigabili, popolandoli con contenuti verosimili e flussi pronti per essere testati. Strumenti come Framer AI o Figma AI Assistant rendono possibile passare da un’idea iniziale a un prototipo cliccabile senza dover costruire manualmente ogni schermata.
A completare il quadro c’è l’approccio design-to-code, che permette di tradurre il design direttamente in codice, riducendo la distanza tra concept e sviluppo. Soluzioni come Anima, Locofy o TeleportHQ generano automaticamente componenti React, HTML o CSS partendo da layout progettati in Figma.
Queste tecnologie non sono semplici termini di tendenza, ma strumenti che concretizzano la promessa del vibe coding: rendere la sperimentazione più rapida, la collaborazione più fluida e il passaggio design–sviluppo molto più immediato.
Vantaggi, limiti e sfide
Il vibe coding offre vantaggi rilevanti: riduce i tempi di sviluppo, velocizza le iterazioni, permette a team eterogenei di collaborare e consente di produrre prototipi ad alto impatto con risorse contenute. Favorisce inoltre un approccio sperimentale che permette alle aziende di testare idee rapidamente prima di investire in sviluppi estesi.
Tuttavia, presenta anche limiti. La qualità del codice generato può risultare variabile, soprattutto in progetti complessi; la manutenzione può richiedere verifiche aggiuntive; e l’affidamento all’IA introduce sfide legate a sicurezza, affidabilità e governance. Per adottare il vibe coding in modo efficace è necessario mantenere competenze tecniche solide, standard di qualità chiari e processi di revisione rigorosi.
Implicazioni strategiche per agenzie e brand
Per una realtà come TLC Web Solutions, il vibe coding rappresenta una leva strategica per innovare l’offerta e accelerare la realizzazione di prodotti digitali. La possibilità di generare prototipi in tempi ridotti rafforza la capacità di sperimentazione, favorisce la creazione di MVP e proof-of-concept e posiziona l’agenzia come partner all’avanguardia nella combinazione tra creatività, tecnologia e strategia.
L’interesse crescente verso il vibe coding è confermato anche dalle domande che aziende e professionisti si pongono sempre più spesso quando cercano modalità per innovare i propri processi digitali. Interrogativi come come implementare il vibe coding nel proprio progetto digitale, quali differenze esistono rispetto allo sviluppo tradizionale o quali sono i migliori tool di vibe coding da considerare nel 2025 emergono perché descrivono esigenze reali: comprendere se questa tecnologia può accelerare il time-to-market, ridurre i costi di prototipazione o migliorare la collaborazione tra designer e sviluppatori.
Integrare risposte a questi temi significa offrire alle aziende una guida pratica per orientarsi tra nuove metodologie, strumenti e opportunità, mostrando in modo concreto come il vibe coding possa inserirsi in un processo già esistente e generare valore in tempi rapidi.
FAQ
Che cos’è il vibe coding?
Il vibe coding è un metodo di sviluppo in cui un’idea viene espressa attraverso una descrizione testuale, che l’IA traduce automaticamente in codice funzionante.
In quali progetti è più efficace il vibe coding?
È particolarmente adatto per prototipi, MVP, proof-of-concept e applicazioni leggere. Per progetti complessi è necessaria una valutazione approfondita.
Quali rischi comporta l’adozione del vibe coding?
I principali riguardano la qualità del codice generato, la difficoltà di manutenzione, potenziali vulnerabilità e dipendenza eccessiva dall’IA.
Quali strumenti sono compatibili con il vibe coding?
Esistono piattaforme e agenti intelligenti che trasformano descrizioni testuali in codice, integrati in editor o flussi di sviluppo automatizzati.
Come cambia il ruolo di designer e sviluppatori?
La distanza tra design e sviluppo si accorcia: il team definisce obiettivi, logiche e flussi, mentre l’IA genera rapidamente la prima versione del prototipo.
Think · Listen · Change per prepararsi al futuro digitale
Il vibe coding non è soltanto un’evoluzione tecnica, ma un nuovo modo di ideare, progettare e realizzare prodotti digitali. Cambia il ritmo del lavoro, accelera l’innovazione e permette di trasformare un’idea in prototipo in pochissimo tempo.
All’interno del metodo TLC, il vibe coding trova una cornice chiara:
- Think — Progettare con visione e intenzione. Significa definire obiettivi strategici, comprendere quali parti del processo possono beneficiare dell’automazione e guidare l’IA con scelte consapevoli.
- Listen — Osservare segnali, insight e risposte del mercato. Vuol dire analizzare ciò che l’IA genera, valutare il comportamento degli utenti, raccogliere feedback dal team e interpretare i risultati per capire cosa funziona davvero.
- Change — Trasformare velocità e automazione in valore reale. Consiste nell’integrare il vibe coding nei processi aziendali, migliorare la qualità attraverso governance e revisione e trasformare prototipi rapidi in soluzioni concrete e scalabili.
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TLC agenzia di comunicazione a Genova dal 1999 può accompagnare team e aziende nell’adozione di strategie ed attività di vibe coding all’interno dei flussi digitali.





