La nuova interfaccia di Google Immagini: quali implicazioni comporta?

Alcuni giorni fa Google ha introdotto una nuovissima interfaccia per quanto riguarda la sezione “Immagini” del motore di ricerca.

Fino a poco tempo fa se un utente cercava un’immagine su Google Immagini visualizzava una miniatura dell’immagine stessa che sovrastava il sito web a cui questa apparteneva.

Una tale visualizzazione incoraggiava l’utente a visitare il sito a cui apparteneva l’immagine, se non fosse altro per il fatto che il sito stesso rimaneva parzialmente visibile, come sfondo della pagina su cui si stava visualizzando l’immagine. (vedi immagine)

Precedente interfaccia di Google Immagini
Precedente interfaccia di Google Immagini

Questa critica è parzialmente corretta: da recenti statistiche si evince che solo il 25% di coloro che cercano immagini su Google attualmente vanno sul sito che mostra quell’immagine (questo non significa che il restante 75% scarichi necessariamente quell’immagine, ma molto probabilmente lo fa).Alcuni potrebbero sostenere che questa vecchia struttura di ricerca delle immagini di Google non fosse sufficiente a garantire il rispetto di chi detiene i diritti di una determinata immagine, dal momento che, attraverso un link alla versione originale in “full size”, la foto poteva essere sempre e comunque scaricata.

In altre parole un link diretto che porta l’utente dalla miniatura di una immagine, mostrata nel risultato di ricerca, al sito che ospita quella immagine è una soluzione preferibile affinchè le persone non siano incentivate a scaricare quell’immagine direttamente da Google.

Gli ultimi aggiornamenti al layout della ricerca immagini di Google hanno reso questa situazione ancora peggiore rispetto a prima, soprattutto da un punto di vista di protezione dei diritti di autore.

La nuova veste grafica dei risultati di ricerca per le immagini di Google, infatti, adesso presenta all’utente una vera e propria anteprima dell’immagine. Quando l’utente clicca sulla miniatura, cioè, si apre un’anteprima dell’immagine sulla pagina stessa dei risultati, mostrando un box grigio come sfondo invece di indirizzare il visitatore al sito web che ha pubblicato quell’immagine, mostrandolo come sfondo dell’immagine stessa.

Questa soluzione scoraggia moltissimo la visita al sito dove l’immagine risiede. Nonostante, infatti, l’immagine visualizzata nella pagina dei risultati di ricerca sia una preview se si clicca sul tasto destro (o la si trascina) è possibile scaricarla subito alla risoluzione massima.

E’ presente anche un tasto “visualizza l’immagine originale” che suona un po’ come “scarica subito” e che fa visualizzare l’immagine a tutto scermo nel browser, conservando la url del sito che la ospita.

Questo meccanismo ha fatto crollare la percentuale di visite al sito che ospita quella determinata immagine, dal momento che gli utenti sono incoraggiati a scaricare la foto direttamente da Google piuttosto che visitando il sito.

Quali sono le implicazioni?

I fotografi e le agenzie non vedranno riconosciuti i propri diritti d’autore per l’utilizzo di quelle immagini. Le immagini adesso si prestano ancora di più a essere intese come elementi separati rispetto al contesto in cui vengono pubblicate.

Il fatto che Google trovi e ripubblichi un’immagine non vuol dire che quell’immagine possa essere usata da chiunque per qualsiasi scopo. E la frase “l’utilizzo dell’immagine potrebbe essere soggetta a copyright” non sembra un deterrente sufficiente.

 

Google non dovrebbe offrire agli utenti la possibilità di scaricare contenuti che potrebbero essere coperti da copyright e giustificarsi semplicemente facendo riferimento a un legal disclaimer.

Questo nuovo layout non influisce soltanto su fotografi e agenzie fotografiche ma anche più in generale i siti web e chi li realizza.

Il nuovo meccanismo, infatti, riduce drasticamente il numero di visite a un sito che ha pubblicato una certa immagine. Per esempio ipotizziamo che io decida di utilizzare in un post del mio blog, che parla dei benefici della frutta nelle diete, una foto di un frutto. Qualcuno che cerca “dieta salutare” su Google Immagini potrebbe imbattersi in quella foto e arrivare a leggere il post che contiene quella foto.

Questo è quello che dovrebbe significare la ricerca di immagini.

Con la nuova interfaccia il trovare l’immagine del mio frutto in risposta a una determinata query non è più una garanzia che l’utente consulterà il mio blog. Inoltre dal momento che l’immagine non è linkata direttamente ai server del sito che l’ha pubblicata, quando Google mostra l’immagine senza mostrare il sito di riferimento utilizza comunque la disponibilità di banda del server dove risiede quel sito.

Spesso non è sempre colpa dell’utente il fatto che scarichi immagini infrangendo il copyright, ma anche di chi fornisce strumenti per farlo, soprattutto se, come spesso accade, l’utente è ignaro che determinate immagini non sono libere di essere utilizzate come si vuole.

 

Google dovrebbe solo permettere di trovare le immagini, non di trovarle e scaricarle

 

 

 

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