Quando gli e-commerce si trasformano in distributori di servizi

Anche il commercio digitale può cambiare e trasformarsi da semplice punto vendita online in un portale a cui gli utenti possono accedere per scegliere i servizi che preferiscono.

Sembra che importi sempre meno l’acquisto di un prodotto. Meglio pagare per accedere a piattaforme con soluzioni d’applicazione maggiori. La nuova tendenza non riguarda solo gli ecommerce ma vede protagonista tutto il web. L’esempio migliore rimane il contesto musicale: in pochissimi oggi giorno comprano un disco, ma molti (sopratutto i nativi digitali) preferiscono acquistare l’abbonamento a Spotify Premium per accedere a tutta la musica senza limiti o interruzioni di spot pubblicitari. Le piattaforme diventano in questo modo dei distributori di settore a cui l’utente può accedere e, attraverso l’abbonamento, beneficiare di possibilità di utilizzo più vaste rispetto all’acquisto del singolo prodotto.

L’esempio SNCF

In Francia l’utilizzo dei treni è sempre minore a causa dei costi troppo alti, specie per la popolazione più giovane. I ragazzi infatti preferiscono beneficiare di servizi di car pooling come blablacar. Per la compagnia ferroviaria francese l’idea vincente è stata introdurre un servizio di abbonamento mensile acquistabile online, esclusivamente per la fascia d’età tra i 17 e i 25 ad un costo fisso di 79 euro, che consente agli utenti di usufruire di tutte le linee su qualsiasi tratta. Un’iniziativa che ha fatto raggiungere le 80mila sottoscrizioni.

Il cambiamento è principalmente concettuale. Si passa dall’acquirente all’abbonato, dal payment alla subscription.

L’esemio UBER e il concetto di “vaporizzazione” del pagamento

I processi d’acquisto online sono basati su una navigazione lunga da parte degli acquirenti all’interno dei portali, utenti che perdono molto più tempo nella consultazione delle pagine web, nella scelta del prodotto da acquistare piuttosto che nell’acquisto vero e proprio. Se si considera anche che il pagamento avviene in maniera digitale, e quindi non “fisica”, la fase di acquisto subisce una “vaporizzazione” che incide in questo modo molto meno sulle scelte dell’acquirente. Bisogna anche considerare che i servizi ad abbonamento consentono un pagamento fisso e non ripetuto per ogni singola transizione.

Così è anche il caso di uber, apprezzato particolarmente perché il pagamento diventa “invisibile”: accedendo alla piattaforma si inseriscono i dati relativi alla carta, e il pagamento avviene in automatico ogni qualvolta si usufruisce del servizio senza dovere compiere ciclicamente la transazione. A livello psicologico questo ha un effetto notevole sulla percezione del servizio, perché non effettuare manualmente il pagamento viene percepito quasi come non compierlo.

Il superamento del pagamento in contanti

Secondo una ricerca condotta da Elabe, in Italia il 49% della popolazione ha effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo anno con un addebito diretto sul conto corrente. Le transazioni attraverso sistemi di pagamento diretti sono aumentati in generale in tutta Europa, grazie a strumenti che semplificano i passaggi, come l’Iban (conosciuto dall’89% degli italiani) e il SEPA, meno conosciuto ma altrettanto utile in quanto annulla le differenze burocratiche tra pagamenti nazionali e internazionali.

Inoltre grazie allo strumento SlimPay si semplifica ulteriormente il pagamento online, bypassando i processi spesso burocratici delle banche e facendo diventare il pagamento digitale una questione esclusiva tra cliente e piattaforma digitale. Lo strumento è gratis per il cliente e consente alle piattaforme di acquisire i dati del conto corrente del cliente, incrociandoli con i dati anti truffa e nella piena sicurezza per l’utente.


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