Le aziende italiane restano indietro nella corsa al digitale

Alcuni appunti sullo stato delle aziende italiane.

Solo un misero 25° posto. O se vi sembra suonar troppo male, possiamo definirci i “terz’ultimi in Europa”. Peggio di noi solo Bulgaria e Romania. L’amara verità è che nonostante i grandi sforzi e progressi, le aziende in Italia stanno arrivando tardi alla digitalizzazione. A dirlo è la comunità europea. A incidere sono soprattutto le scelte aziendali, che non sempre si dimostrano lungimiranti e consapevoli. Infatti sono solo il 42% le aziende italiane a considerare gli investimenti nella digitalizzazione un elemento fondamentale nella crescita dell’azienda. L’Italia rimane nettamente dietro alla media europea, con un -10%, e incredibilmente lontani dai top 3, Danimarca, Finlandia e Svezia, con un -30%. Gli investimenti nella digitalizzazione nel nostro paese sono aumentati solamente del 2% in un anno, passando dal 18% del 2016 al 20% del 2017. Ma come si comportano i retailer più importanti?

 

Top retailer e top digital

Non è un caso che le maggiori aziende abbiano investito più delle altre sull’implementazione digital. Su un campione di 300 aziende, il 91% ha investito in strumenti che consentono una migliore esperienza negli store fisici, come touch point, sistemi di pagamento all’avanguardia e chioschi multimediali. Più del 90% ha inoltre investito in sistemi di gestione innovativi, tra cui CRM, sistemi di tracciamento nella filiera interna, automazione del magazzino e monitoraggio del comportamento dei clienti all’interno degli store.

 

Dove rimaniamo indietro?

Come abbiamo potuto leggere nel paragrafo precedente, i più grossi retailer hanno eseguito investimenti soprattutto in strumenti a supporto degli store fisici. Più timido rimane l’atteggiamento per quello che riguarda il commercio digitale. C’è da fare alcune considerazioni, soprattutto raffrontando la realtà italiana ed europea con quella americana. A parità di popolazione (382 milioni europei contro i 351 milioni di Canada e Stati uniti), le vendite online nei due paesi nordamericani staccano un più 42% rispetto a quelle del vecchio continente. Nonostante le vendite in Europa rimangano prettamente in-store, gli acquisti online sono costantemente in aumento, ma in Italia solamente il 68% del campione ha un E-commerce aggiornato e performante. Se si considerano poi la totalità delle aziende italiane, la media cala drasticamente: solamente l’11 delle aziende italiane sfrutta la possibilità di vendere online, ben lontane dai risultati ottenuti in altri paesi (solamente in Repubblica Ceca il dato sale al 35%).

 

Lo stato digitale delle piccole-medie imprese

Nonostante la distanza abissale rispetto al resto del continente, le piccole e medie aziende italiane cercano di riservare parte dei propri investimenti, se pur minimi, alla digitalizzazione. Il 60% ha investito per la costruzione di un sito, che sia istituzionale o un e-commerce, oltre ad avere una pagina social. La stragande maggioranza, per l’esattezza il 92%, ha assecondato le scelte dei top retailer, investendo soprattutto in strumenti che migliorassero l’esperienza in-store dei clienti, con l’istallazione di mobile POS e casse evolute, oltre che nella promozione della propria attività attraverso internet. Ma l’ostacolo più grande rimangono gli investimenti esigui: la media degli investimenti nel digitale in rapporto al fatturato aziendale rimane sotto l’1%. Troppo poco per risalire la china e mantenere il passo dei paesi top player in europa.

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