Che cosa significa fare marketing per le aziende italiane? Secondo una ricerca condotta da DMA Italia, per le aziende del nostro paese significa principalmente realizzare questi tre obbiettivi: brand awareness, acquisizione contatti commerciali, coinvolgimento attivo degli utenti. La priorità principale, quindi, è quella di diffusione del proprio marchio.
Un altro dato di grande rilevanza che emerge, inoltre, è il sempre più consistente spostamento degli investimenti verso il digitale, i cui vari strumenti sono utilizzati dal 58% delle aziende, a fronte del 27% che fa uso degli strumenti offline tradizionali (fra cui carta stampata, TV, radio e outdoor) e del 15% che usa il direct marketing tradizionale (cioè telemarketing e direct mail).
I due strumenti più utilizzati, all’interno del panorama digitale, sono l’email marketing, anche se in leggera flessione nel 2013, seguiti subito dopo dai social media, ormai utilizzati dal 59% delle aziende e in costante crescita.
Le previsioni per il 2014 parlano chiaro: le aziende italiane prevedono di incrementare gli investimenti su social media, email marketing e search marketing.
“L’Italia esce da questa indagine un po’ ammaccata, ma non particolarmente arretrata rispetto agli altri” dice Fabrizio Vigo, Presidente di DMA Italia. “Il nostro è certamente un mercato ancora sofferente e indeciso, ma il media mix nostrano sperimenta già mezzi di comunicazione meno tradizionali in percentuali simili ai risultati della ricerca globale. Vedo positivo“ aggiunge Vigo, “il segnale della ricerca di un marketing mix più aggressivo, finalizzato a cercare lead e ritorni nei canali più maturi, fra cui ormai anche social e email, e in cerca di risposte dai canali nuovi come il mobile.
Per quanto riguarda l’anno appena trascorso oltre i due terzi dei budget di marketing e comunicazione delle aziende italiane, infatti, nel 2013 sono stati allocati sul digitale: il web pesa per il 29%, l’email marketing per il 16% e il mobile per quasi il 10%.
Un altro aspetto molto importanto della ricerca è il fatto che evidenzi come, rispetto allo scorso anno, c’è maggiore attenzione verso la necessità di misurare le performance delle campagne: nel 2012 il 42% delle aziende aveva affermato di investire in canali per i quali non aveva criteri di misurazione, mentre quest’anno la percentuale si è abbassata a un più equilibrato 30,2% e riguarda soprattutto i canali tradizionali offline.
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