Come una Banana può spiegare la User Experience

Vi siete mai trovati a dover descrivere con un esempio cos’è la user experience? Di esempi utilizzati ce ne sono molti e dei più disparati.

Ma ce n’è uno di particolare effetto secondo noi e che rende al meglio l’idea. L’esempio della banana. Sentitevi pure liberi di usarla al vostro prossimo colloquio per fare effetto sui vostri interlocutori, e magari riuscirete anche a strappare qualche sorriso.

Madre Natura offre molti frutti per la nostra esperienza sensoriale, però alcuni, più di altri, offrono soluzioni d’utilizzo migliori. Ad esempio, appunto, la banana. Una banana può piacere e può non piacere, ma sicuramente è un frutto dalla grande utilizzabilità.

Il Colore

Il colore di una banana è molto indicativo sul suo stato di maturazione. Quando è verde sappiamo bene che non è ancora matura, quando è ormai marrone la sua maturazione è ben oltre il suo stato ottimale. Per far ciò non serve sbucciarla, assaggiarla o toccarla: basta guardarla. Questo è già di per se un elemento che la rende di facile e immediato utilizzo.

Una banana può essere consumata sempre e dovunque

Per consumare una banana non serve altro che una banana: non necessita di un coltello per togliere la buccia, non necessita di tovaglioli per evitare di sporcarsi le mani o di acqua per lavarla. Trasportarla è semplicissimo. Non necessita di particolari contenitori, perché la buccia spessa la protegge dall’esterno e per mangiarla il gesto da compiere è semplicissimo. Basta sbucciarla.

Non esistono scarti

Della banana, oltre alla buccia, non si butta via niente, il che comporta una semplificazione notevole: non bisogna asportare semini fastidiosi per la masticazione, parti non commestibili, o parti che necessitano un lavoro da parte nostra. L’unico lavoro da fare è masticare.

Le trovi dovunque

La banana è tra i frutti più coltivati al mondo ed è reperibile ovunque e ad un costo poco considerevole, elementi questi che la rendono un frutto accessibile praticamente a tutti.

Sono un frutto unico

Pochi lo sanno, ma le banane sono l’unico frutto a contenere l’aminoacido triptofano e la vitamina B6, elementi che contribuiscono fortemente a mantenere vive importanti funzioni del nostro organismo, tra cui la produzione di serotonina, l’ormone della felicità.

Il confronto con altri frutti.

È chiaro come ci siano altri frutti che offrono valori nutrizionali simili o addirittura superiori alla banana, ma quello che stiamo considerando adesso è l’esperienza generale del momento di mangiare una banana. Tutti gli altri hanno qualche gap che non li rende in alcun modo comparabili. E non stiamo parlando di fattori estetici. Ci sono frutti molto belli, buoni da mangiare, gradevoli alla vista, ma l’esperienza di mangiare una banana è il massimo in termini di “usabilità”.

La user experience riguarda l’intera esperienza dall’inizio alla fine del consumo di un prodotto.

Pensate a frutti come il cocomero. Solamente trasportarlo dal negozio è un lavoro non indifferente. Oppure pensate a tutti i frutti molto piccoli, come le ciliege o le more. Le dimensioni le rendono leggere e pratiche, ma necessitano di contenitori adeguati per evitare che si danneggino, e i semini all’interno li rendono frutti non consumabili in qualsiasi momento. Altri frutti come le mele o le pesche, necessitano di essere lavate, sbucciate e di aver esportati i semi all’interno prima di mangiarle, oppure considerate tutti gli agrumi, un vero incubo tra bucce, semi e liquidi.

La relazione tra banane e User Experience

Molti professionisti della UX lavorano offline, ma la maggior parte lavora su prodotti digitali. Se si naviga attraverso un’applicazione o su un sito web con un sorriso stampato in faccia, probabilmente questo avviene perché c’è un designer là fuori che ha creato un’interfaccia specificamente per indurre quella reazione, e questo è dovuto grazie anche ai progressi della conoscenza sull’interazione umano-computer e come questa può influire sulla nostra esperienza digitale.

Le migliorie in user experience richiedono una comprensione delle capacità del prodotto, e come l’utente può connettersi rapidamente al prodotto stesso grazie ad una progettazione strategica efficace, senza ostacoli di navigazione che non consentano una navigazione piacevole per gli utenti. Il popup indesiderato durante la navigazione? È un po’ come la storia dei semini della frutta da dover sputare.

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