5 Esempi di successo basati su campagne marketing innovatrici

La webzine Fast Company ha pubblicato la sua lista delle 50 aziende più innovatrici degli ultimi 10 anni. Come ha recentemente affermato Joe Pulizzi, sarebbe utile per tutti gli addetti del marketing digitale studiare questa lista (anche se il suo esempio preferito rimane BuzzFeed).

Molte di queste imprese sono state costruite e sviluppate utilizzando pratiche di marketing di cui si parla da anni. Alcune sono realtà abbastanza grandi da essersi potuti permettere nel corso degli anni forti investimenti in comunicazione. Altre invece si sono rese protagoniste di un successo ottenuto semplicemente dall’implementazione di idee che possono insegnare molto ai marketers. Vediamone alcune

1) Casper- come diventare portavoci del cambiamento

Casper vende solo quattro prodotti (materassi, cuscini, lenzuola, e reti per materassi), e ha costruito il successo del brand sui contenuti.

Come dice Luke Sherwin, co-fondatore e direttore creativo di Casper: “Quando si parla di diventare un lifestyle brand, è fondamentale l’idea di creare un prodotto che possa rispondere a qualsiasi domanda riguardo il proprio settore di competenza. Ad esempio, come nel nostro caso, sul sonno.”

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La squadra composta dai cinque co-fondatori si rese conto che il sonno, similmente a quanto avviene con altri argomenti quali la dieta o l’esercizio fisico, è qualcosa che la gente sente come essenziale per potere rendere al massimo nella vita di tutti i giorni, e questa è un’idea che è al centro della filosofia aziendale di Casper. L’azienda è riuscita a diventare leader di un settore in cui l’aspetto comunicativo è rimasto fermo per decenni, con una risposta rapida da parte dei clienti. I risultati? In tre anni la società ha raddoppiato il suo fatturato, raggiungendo quota 200 milioni di dollari in un anno.

Michele Linn in un celebre tweet ha commentato l’exploit di Casper così : “è sorprendente come un business si possa sviluppare attraverso la semplice cura dei contenuti informativi sul sonno.”

2) Headspace – Partire con un prodotto di base forte

Headspace è un sito la cui missione è quella di “insegnare al mondo come meditare in modo tale che tutti possano vivere una vita felice, sana e più piacevole.” Come riportato in Fast Company, Headspace ha più di 500.000 abbonati che pagano una media di 100 dollari all’anno per il servizio. L’applicazione rimane costantemente tra le più scaricate nel campo della salute e del fitness.

Ma Headspace non si è fermato lì. Adesso sta diversificando la propria offerta in altri contenuti e progetti di sviluppo. È diventata partner con otto compagnie aeree, tra cui Virgin e British Airways, per offrire un servizio digitale di meditazione in volo.
Ha creato una cabina telefonica a grandezza naturale per il rilassamento in aeroporto e altri luoghi posti in zone di traffico ad alto tasso di stress. Ha creato dei mini documentari sulla storia e la scienza della meditazione. Ha creato un’app specifica sulla meditazione per i bambini

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3) Clique Media Group – sfruttare il potere dei social per dare ai clienti quello che vogliono

Who What Wear è stato lanciato 11 anni fa dal gruppo Clique Media. Come spiega la co-fondatrice Katherine Power “Abbiamo percepito la necessità da parte delle riviste di moda di fascia alta di dover parlare più direttamente alle donne. Abbiamo voluto creare questo portale in grado di parlare alle donne con una voce amica.”

Con questa intenzione il blog è cresciuto per anni, e nel gennaio 2016 il team ha realizzato il suo sogno di creare uno spazio fisico per la vendita al dettaglio di una linea di abbigliamento.

Quello che impressiona in questa storia è che la linea di abbigliamento viene aggiornata 12 volte l’anno in base ai dati che il team raccoglie dal sito e dall’interazione degli utenti sulle pagine social, chiedendo al suo pubblico che tipo di tessuto preferisca, così come i colori o i design.

Un altro marchio del gruppo Clique Media è Obsessee, un brand che lavora esclusivamentesui social. Tutti i contenuti sono presenti sulle pagine social invece che sul sito web della società, il quale è composto unicamente dalla Home in cui sono presenti i link alle varie pagine.

Questo marchio ha offerto un negozio al dettaglio a Los Angeles per alcuni giorni nell’estate del 2016. Invece di usare la valuta tradizionale per acquistare le merci, hanno concesso agli utenti una moneta virtuale per i loro acquisti. Come era possibile acquisire i crediti necessari per compiere gli acquisti? Bastava pubblicare foto e taggarle sulle vare pagine social di Obsessee.

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4) GoFundMe – Pensare a un nuovo modo di diventare virali

GoFundMe è un sito web di raccolta fondi on-line. Dan Pfeiffer, direttore della comunicazione della politica aziendale, la definito “un distributore di contenuti”.

GoFundMe incoraggia i suoi utenti a prendere l’iniziativa, cercando di farli diventare essi stessi strumenti di comunicazione e non solo utenti finali. Ad esempio, sul portale è volutamente omesso il bottone dei “mi piace” sulle proprie campagne. GoFundMe lavora incentrando la propria strategia sull’idea che se le persone possono sentirsi partecipi di una causa, possono essi stessi aiutarla a crescere. Riuscire a conquistare Like non è il loro obbiettivo, quindi hanno eliminato il pushbutton dei “mi piace” per consentire invece altre tre opzioni: la condivisione su facebook, su twitter, o la donazione diretta.

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5) Hypebeast – Costruire un business redditizio lavorando sui contenuti

Kevin Ma ha lanciato Hypebeast nel 2005, quando era uno studente di college. All’inizio era solo un modo per condividere opinioni sulla moda sportiva e su particolari scarpe da ginnastica. Ciò che è emerso è a dir poco una storia di successo sul content marketing.

Come si può vedere dalla SEO meta description del portale, oggi Hypebeast è sia un centro commerciale virtuale che una destinazione editoriale.

Kevin ha iniziato con la pubblicazione di cinque articoli al giorno e nel giro di qualche anno è diventato un blog seguitissimo. Circa sei anni fa Hypebeast ha poi lanciato unaltro sito, Hypebae, che mira stavolta agli utenti femminili. Nel 2012 infine è stato lanciato HBX, un ecommerce che presenta un’attenta selezione di abiti e accessori. Il team utilizza le intuizioni raccolte da Hypebeast per decidere cosa vendere su HBX. (similmente a quanto abbiamo visto con Who What Wear)

Dal 2016 Hypebeast è presente sulla borsa di Hong Kong con una valutazione iniziale di 270 milioni di dollari. Inoltre vanta ogni mese 8,9 milioni di visitatori.

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