L’analisi delle immagini: la nuova frontiera dei social media analyst

La tecnologia di oggi mette a disposizione strumenti in grado di analizzare automaticamente le immagini e i video condivisi sui social, permettendo ai brand (in particolare quelli legati ai beni di largo consumo) di riconoscere le immagini in cui i loro prodotti e loghi compaiono, permettendo una segmentazione precisa e dettagliata su larga scala, fino a individuare il singolo consumatore.

Un bagaglio di informazioni sterminato

Facebook e Instagram rappresentavano nel 2015 contenitori da 2 miliardi di foto condivise ogni singolo giorno, e da allora questi numeri sono anche aumentati. Il monitoraggio sui social è sempre stato legato all’analisi delle parole chiave, specie nei casi in cui si menzionava direttamente il brand, ignorando quasi completamente le immagini che oggi, invece, diventano l’obbiettivo primario degli analisti.

Individuazione e analisi

È facile immaginare come per molti brand, specie quelli del settore dell’abbigliamento sportivo o dell’automotive, l’analisi delle immagini condivise sia un elemento mancante piuttosto significativo nelle ricerche di mercato. Nonostante molte piattaforme di analisi abbiano iniziato dalla fine del 2015 a utilizzare il riconoscimento delle immagini (ricerca in primo luogo mirata all’individuazione dei loghi nelle foto), l’analisi delle stesse rimane ancora un elemento da sviluppare. La differenza (e limite) è nella ‘comprensione’ di una foto, ovvero la capacità di riconoscere scene, situazioni o eventi specifici in cui un marchio compare.                                                                                                     

Campagne marketing più accurate

Piattaforme come Brandwatch, Crimson Hexagon e Talkwalker stanno testando nuove funzionalità, consentendo ad un cliente di riconoscere ad esempio quando il loro prodotto è raffigurato in spiaggia, all’interno di un’automobile o in uno stadio. Un’analisi più dettagliata (e i risultati che ne possono conseguire) potrebbero influenzare lo sviluppo di un prodotto, le campagne marketing e dimostrare il valore di una sponsorizzazione sui social.

talkwalker

Ricerche più dettagliate

Poiché la tecnologia si sta evolvendo per riuscire ad analizzare immagini sempre più complesse, i brand saranno in grado di avere analisi più approfondite rispetto alla semplice combinazione testo/immagine. Questo significa che i brand potrebbero potenzialmente effettuare ricerche più specifiche: selfie che caratterizzano il loro prodotto, foto in cui compare il marchio in ambienti specifici (spiagge, stadi, concerti, ristoranti), e tutta una serie di altre specifiche che darebbero il via ad una ricerca molto dettagliata.

Pinteres

Pinterest in parte lo sta già facendo. L’opzione “Shop the Look” traduce i prodotti dell’operatore pubblicitario in pin e permette all’utente di acquistare direttamente dal sito web del rivenditore. “Lens” invece è l’app di Pinterest che permette, similmente a quanto accade con Shazam per la musica, di catturare un immagine e, attraverso un’analisi veloce, di trovare contenuti simili sulla rete.

Sotto i grandi occhi di Google

La produzione di tecnologia che analizza (e capisce) la nostra attività virtuale autonomamente sta progredendo in maniera spedita, ma le implicazioni, anche dal punto di vista morale, sulla sicurezza delle informazioni personali degli utenti sono piuttosto vaste. Google ha già sviluppato un’intelligenza autonoma che riesce ad analizzare i video e individuare quando determinate personalità compaiono. Diventa sempre più evidente come ogni consumatore è esso stesso un creatore di contenuti (e veicolo degli stessi) oltre che consumatore. Per i brand sarà necessario riuscire a ottenere mezzi sempre più sofisticati per individuare, analizzare e sfruttare i contenuti generati dagli utenti stessi.

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