Fake influencer: una possibile minaccia ai brand

Fake influencer

Sono sempre più richieste dalle aziende le collaborazioni con influencer per aumentare la visibilità online e la presenza su Instagram. Entro il 2020, secondo dati elaborati da MediaKix, il mercato dell’influencer marketing avrà un valore tra i 5 e i 10 miliardi di dollari. Questa crescita mostra come questo nuovo canale di marketing sia in forte aumento e stia diventando sempre più competitivo. Ma purtroppo non sempre è chiara la trasparenza di questo mercato. Ecco perché è importante che imprenditori e marketer scelgano gli influencer giusti per le campagne digital dei brand. Scopriamo insieme maggiori dettagli in questo articolo.

Chi sono i Fake influencer?

Capire chi sono i fake influencer è fondamentale per non compromettere l’intera strategia di influencer marketing. Sarebbe in effetti uno spreco di tempo e denaro, per un’azienda, decidere di coinvolgere le persone sbagliate nella comunicazione del proprio business.
I fake influencer, infatti, si distinguono per la manipolazione e falsificazione dei dati relativi al numero dei like, follower e commenti. In buona sostanza sono influencer sotto mentite spoglie. Questo ovviamente per guadagnare soldi dalle collaborazioni e chiedere ai brand un compenso per i post sponsorizzati.
Si possono distinguere in follower di massa (utenti con più di 1500 followings) o account sospetti (bot, account fake o rubati).

L’influencer marketing in Italia

In Italia oltre la metà degli influencer ha falsato i numeri di follower ed engagement associati al proprio profilo Instagram. E questo è un dato che mette in allarme tutte le imprese che si approcciano all’influencer marketing. Ma come si possono classificare gli influencer?
Gli influencer possono essere divisi in cinque principali livelli, a seconda del numero di follower:

  • Mega influencers e celebrità: più di 1 milione di follower
  • Macro influencers: da 100 mila a 1 milione di follower
  • Mid-tier influencers: da 20 mila a 100 mila follower
  • Micro influencers: da 5 mila a 20 mila follower
  • Nano influencers: da 1.000 a 5.000 follower

Oggi in Italia, ma anche a livello globale, l’audience è composto da donne in età tra i 18 e i 34 anni con un aumento di influencer con età superiore ai 35 anni. Questo significa, per i brand, che ad esempio Instagram è una risorsa di potenziali clienti sia Millennial che appartenenti alla Generazione X.
Rispetto alla media globale, gli influencer italiani hanno un maggior engagement con il proprio pubblico. Infatti gli utenti in Italia interagiscono di più con i contenuti pubblicati.

I giusti mix per una campagna di influencer marketing

Solitamente, quando si parla di influencer marketing, i brand tendono a sottovalutare il potere di un’audience piccola. I celebrity influencer sono quelli più ricercati, perché possono portare molto traffico e vendite al business. Ma il problema è che le celebrità sono più difficili da contattare e costose da coinvolgere.
Se l’obiettivo è scalare le campagne di influencer marketing e raggiungere una reach più alta, la scelta più efficace consiste nel valutare i profili di Nano e Micro influencers. Questo perché hanno un forte legame con la loro community, che reagisce ai post sponsorizzati.
È dunque l’engagement la metrica più importante da analizzare. Il tasso di engagement determina il livello di capacità di coinvolgimento dei follower, calcolato in relazione ai commenti e ai like dei contenuti postati su Instagram. Aiuta ad analizzare quanto attivo e interattivo è il pubblico di un determinato influencer.
Da tenere presente è quindi il numero di follower reale, valutando le performance e altri benchmark per confrontare i creator tra loro. Un altro aspetto da considerare è la nazionalità dei follower. È inutile tenere in considerazione un influencer i cui follower parlano una lingua diversa da quella del mercato di riferimento del brand.
Sono questi i concetti da cui imprenditori e marketer devono partire per una campagna di influencer marketing.

Quali trucchi usano i Fake influencer

Non è un processo rapido il raggiungimento di tanti follower che commentano e mettono like. Ed è qui che nasce la truffa. Tra le modalità e i trucchi usati per falsificare i propri numeri ci sono:

  • Acquisto di follower falsi
  • Pratica del follow/unfollow
  • Comprare like, commenti e visualizzazioni alle storie
  • Creazioni di gruppi di scambio like e commenti (comment pods)

In particolare il follow/unfollow è un trucco di massa molto diffuso su Instagram. Sono nati oggi anche tool e app per automatizzare questo processo. Consiste nel seguire altri utenti, inducendo un follow reciproco, per poi in un immediato momento successivo smettere di seguire gli altri account, mantenendo però il loro follow. È chiaramente una pratica di SPAM non corretta e proibita da Instagram.
Così facendo, ovviamente, i fake influencer ottengono la possibilità di pubblicizzare i prodotti e servizi di un brand, mettendosi a disposizione del mercato.

I dati della frode

Abbiamo visto come il modo più semplice e veloce per raggiungere alti numeri di follower è comprarli. Comprano “seguaci” oltre il 22% dei fake influencer con follower tra i 5 e i 20 mila e oltre il 21% con follower tra i mille e i 5 mila.
Almeno un quinto degli influencer hanno commenti non autentici. Su Instagram, la maggior parte dei commenti SPAM derivano da utenti che usano tool e bot automatici che utilizzano, per attivarsi, vari criteri di targeting come hashtag, geolocalizzazioni e following di altri account.
Per evitare di cadere nell’inganno dei fake influencer, è quindi fortemente consigliato fare un’attenta ricerca prima di impostare una strategia di marketing.

Come scovare l’inganno

Il primo campanello d’allarme è sicuramente il repentino, e non graduale, aumento del numero dei follower. Online sono presenti diversi tool per smascherare i profili dei fake influencer. Un esempio è HypeAuditor, software dedicato all’analisi dei profili Instagram e Youtube.
Inoltre è importante verificare su Instagram se gli account sono sprovvisti di foto profilo o privi di attività costante. Così come la qualità dei post, la frequenza di aggiornamento e la relazione con la community.
Uno sguardo utile va anche alla quantità elevata di commenti privi di contenuto con solo emoji, monosillabi o la sola menzione a un altro account.
Attenzione anche ai grafici di following che mostrano picchi molto ravvicinati tra loro, sintomo di aumento di follower artificiale.

– Leggi anche ‘Influencer marketing: l’evoluzione vincente dell’advertising’

In conclusione

Come abbiamo visto in questo articolo, l’influencer marketing non è un mondo totalmente trasparente. Le metriche possono essere modificate artificialmente. Ma si può evitare di perdere soldi per colpa dei fake influencer. È sufficiente implementare un processo di controllo dei dati reali nella strategia di influencer marketing ed evitare di basarsi solo sulla quantità di follower.
Dunque l’analisi della qualità dell’influencer permette di scegliere solo persone utili ad ottenere un buon impatto sul ROI della campagna di influencer marketing.

Lettura interessante? Condividila con i tuoi contatti!

Iscriviti Ora



Acconsento ai trattamenti della privacy
×